Sandro Ivo Bartoli

Sandro Ivo Bartoli ha risposto alla devastazione del Covid-19 con un grandioso progetto online: l’esecuzione integrale delle 555 Sonate di Domenico Scarlatti, diffuse attraverso i suoi canali social dal suo studio nella campagna toscana. Una al giorno, ogni giorno, introducendole singolarmente in uno stile informato ma colloquiale. Il progetto ha avuto grande seguito mondiale, ed è l’unica integrale scarlattiana in video, liberamente fruibile attraverso il canale YouTube di Sandro Ivo Bartoli. «Fra i massimi pianisti italiani in attività» (La Nazione), acclamato dalla stampa tedesca come «uno dei musicisti più importanti usciti dall’Italia negli ultimi trent’anni» (Dresdner Neueste Nachtrichten), è nato a Pisa nel 1970 ed ha studiato al Conservatorio di Firenze e alla Royal Academy of Music di Londra, perfezionandosi poi con il leggendario pianista russo Shura Cherkassky. Affermatosi come massimo interprete del repertorio italiano del primo Novecento, è ospite delle più prestigiose orchestre quali, tra le altre, la Philharmonia di Londra, il Maggio Musicale Fiorentino, l’Hallé, la Filarmonica di San Pietroburgo, la Deutsche Radio Philharmonie, la Johnson City Symphony e la Mozart Chamber. Pianista dal piglio vigoroso sin dagli esordi (al debutto in Svezia, Svenska Dagbladet lo definì «un virtuoso fuori dal mondo»), attratto dal repertorio virtuosistico tardo romantico e padrone di un suono dalle molteplici sfaccettature timbriche, ha colto importanti affermazioni con i concerti di Rachmaninov (memorabili il Terzo Concerto a Londra e la Rapsodia sopra un tema di Paganini alla Bridgewater Hall di Manchester), Shostakovitch, Beethoven, Franck, Chopin, e l’amato Liszt (Totentanz alla Philharmonie di Monaco di Baviera, Concerto Malédiction al Festival di Bad Elster). Più recentemente, con le sue esecuzioni del Secondo Concerto di Rachmaninov a Dresda, del Primo Concerto di Čajkovskij alla Herkulessaal di Monaco di Baviera, e con escursioni nel repertorio solistico più agguerrito come la monumentale Fantasia e Fuga sul Corale “Ad nos, ad salutarem undam” di Liszt-Busoni, dell’enigmatico Grosses Konzertsolo di Liszt e della Prima Sonata di Rachmaninov, Bartoli ha sottolineato l’indirizzo spregiudicato e virtuosistico che la sua pianistica ha seguito negli ultimi anni, confermandone la validità con una intensa attività discografica che lo ha visto, tra l’altro, vincitore del “Diapason D’Or/Découverte” con l’integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra di Gian Francesco Malipiero (CPO) e del “5 de Diapason” per The Frescobaldi Legacy (Brilliant Classics). Dal suo impressionante catalogo emergono preziose rarità come le integrali delle trascrizioni Bach-Busoni e Liszt-Busoni, oltre a musiche originali di Ferruccio Busoni (Fantasia contrappuntistica, Elegie)edOttorino Respighi (Concerto in modo misolidio, Toccata, con Michele Carulli e l’Orchestra di Stato della Sassonia). Nel 2015 Bartoli ha avviato un sodalizio con l’etichetta tedesca Solaire Records con la quale ha esordito con la prima registrazione assoluta delle musiche francescane di Franz Liszt, subito indicata dalla critica internazionale come incisione di riferimento («senza dubbio uno dei migliori album pianistici degli ultimi anni» – Fidelity Magazine), proseguito con incisioni di Bach (vincitore del “Supersonic Award” della rivista Pizzicato) e un album dedicato alla musica pianistica di Puccini che è stato accolto con entusiasmo dalla critica internazionale (“Artist’s Pick of the Month” di Textura e “Collector’s Choice” di iClassical, Grammy Nomination). È reduce da trionfali tournées in Giappone e negli Stati Uniti, dove l’uditorio dei Concerts from the Libray of Congress gli ha tributato un’ovazione a scena aperta, e da visite a Berlino per “un recital grandioso” (Fidelity), all’Orchestra Sinfonica Abruzzese (Secondo Concerto di Rachmaninov), alla Filarmonica Brasov (Quarto Concerto di Anton Rubinstein), e dal festival Lucca Classica, ove ha ricordato Gian Francesco Malipiero nel 50° anniversario della scomparsam nonché dalla Richard Strauss Tage di Garmisch-Partenkirchen, ove ha raccolto grande successo nella Sonata Op. 18 per violino e pianoforte. Hanno scritto per lui Giancarlo Cardini, David Plylar, Nimrod Borenstein, Dominy Clements, Erik Lotichius. Musicista eclettico, ha frequentato il teatro curando le musiche di scena de ‘Il libro dell’inquietudine’ di Pessoa, andato in scena al Festival d’Avignon nell’adattamento di Antonio Tabucchi. È inoltre protagonista di due documentari cinematografici usciti nel 2014: ‘Pianiste/Interpréte” (M. Sebestik, Parigi, 2005-2014), e ‘Mood Indigo’ (G. Besseling, Amsterdam, 2013). Foto © Stefania Varca.